Alzano Lombardo. Museo d’Arte Sacra San Martino
Opere presenti
Storie della Passione di Cristo
affreschi - volta della seconda sagrestia
Tobiolo e l’angelo
Olio su tela Cm 152x148. già Chiesa di San Salvatore Fraz. Brumano
Transito di Giuseppe
Olio su tela Cm 153x150 già Chiesa di San Salvatore Fraz. Brumano
Nella volta della seconda Sagrestia si conservano nove pitture murali (affreschi) raffiguranti Storie della Passione di Cristo:
Entrata in Gerusalemme
Ultima Cena
Orazione nell’orto
Flagellazione
Incoronazione di spine
Salita al Calvario
Ascensione di Gesù
Noli me tangere
Cristo accoglie la Vergine
L’ampio ciclo con i nove episodi delle Storie della Passione, inseriti entro coeve cornici a stucco, risale al 1689-91, in una fase in cui Cifrondi è particolarmente impegnato nella realizzazione di imprese decorative con la tecnica dell’affresco. Sempre nel 1691 il pittore dipinge infatti il fregio e il soffitto del salone della casa parrocchiale di Trescore con Cariatidi e la Caduta di Simon Mago, che rappresentano il punto di maturazione più alto in questa specifica specialità, iniziata con gli affreschi per il palazzo Carrara Spinelli di Clusone. I corpi massicci, che tendono a riempire tutto lo spazio disponibile e l’interesse per le stoffe rigate e colorate, suggeriscono un accostamento con le coeve tele già in San Michele al Pozzo Bianco a Bergamo (ora in Sant’Andrea in Porta Dipinta). I volti, resi con fisionomie accentuatamente caricate e una vena quasi espressionista, risentono della lezione del veneziano Andrea Celesti, attivo tra Bergamo e Brescia, con cui il clusonese ebbe modo di collaborare nella volta della Basilica di Clusone. (Enrico De Pascale)
Bibliografia: P. Dal Poggetto, Antonio Cifrondi, in I pittori bergamaschi. Il Settecento, Bergamo,1982, pp. 464-465 n. 4
Tobiolo e l’angelo, olio su tela, cm 152×148, già nella Chiesa di San Salvatore, frazione Brumano
Transito di Giuseppe, olio su tela, cm 153×150, già nella Chiesa di San Salvatore, frazione Brumano
Restituiti dal recente restauro a una migliore leggibilità, i due dipinti mostrano tutte le qualità maturate dal pittore nella seconda metà del secondo decennio del Settecento, in una fase in cui fu impegnato nel vasto ciclo di Villa Zanchi a Rosciate (1712-1716 circa). Nel Tobiolo e l’Angelo è raffigurata la scena in cui il figlio di Tobi, rientrato a casa dopo un lungi viaggio e grazie all’aiuto dell’arcangelo Raffaele, guarisce il vecchio padre divenuto cieco spalmandogli sugli occhi il fiele ricavato dal pesce pescato nel fiume Tigri. Il brano pittoricamente straordinario del grosso pesce ( tradizionale attributo di Tobiolo) adagiato in primo piano affiancato dal coltellaccio, è un ottimo indizio per orientare le future ricerche sul Cifrondi autore di nature morte, un settore tuttora privo di riscontri nonostante le numerose segnalazioni nelle fonti.
Il Transito di San Giuseppe ripete con poche varianti una composizione più volte rappresentata dall’artista in ossequio a un’iconografia assai popolare specie tra XVII e XVIII secolo in coincidenza col rilancio, da parte della Chiesa, della figura dello sposo di Maria. Il rilancio del culto di San Giuseppe in Occidente, e in particolare del tema del suo trapasso, si deve principalmente al domenicano milanese Isidoro Isolano, che ne inserì la Storia nella sua Summa de donis St. Joseph, stampata a Pavia nel 1522. La sensibilità dei fedeli verso questo particolare momento della storia del santo ha favorito la diffusione di Confraternite a lui intitolate sotto diverso nome -degli Agonizzanti, della Buona Morte, del Transito- con lo scopo di alleviare i patimenti dei moribondi.
(Enrico De Pascale)
Bibliografia: P. Dal Poggetto, Antonio Cifrondi, in I pittori bergamaschi. Il Settecento, Bergamo,1982, p. 6, n. 45
L’accesso alle opere avviene attraverso il Museo san Martino, annesso alla Basilica.
Info: www.museosanmartino .org
Orari e contatti
Piazza Italia, 8, 24022 Alzano lombardo BG
Aperta ogni domenica dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
Tel 035 516579
Ingresso a pagamento